Giorgio Montini-Giovanni Battista Montini, Affetti familiari, spiritualità e politica. Carteggio 1900-1942

In questo volume è raccolta – in edizione critica – la corrispondenza intercorsa tra Giorgio Montini e il figlio Giovanni Battista (futuro Paolo VI) nel periodo 1900-1942. Si tratta per lo più di scritti inediti, che offrono al lettore l’occasione di entrare nell’atmosfera di una famiglia intrisa di forti valori religiosi e partecipe della vita e della cultura del tempo.
Il carteggio, costituito da centinaia di documenti, apre interessanti squarci sulla biografia dei due protagonisti, come ampiamente sottolinea e descrive Luciano Pazzaglia nella sua Introduzione. Attraverso lo scambio delle lettere fra padre e figlio è possibile ricostruire, innanzitutto, l’itinerario di Giorgio Montini, che, dopo aver svolto importanti incarichi nelle organizzazioni cattoliche e civili bresciane, assunse significative responsabilità a livello nazionale fino all’elezione di deputato nelle file del Partito Popolare. L’impegno dell’uomo politico bresciano fu animato dal desiderio che Stato e Chiesa, superata la questione romana, potessero finalmente intessere rapporti di serena e fruttuosa collaborazione. Di questo e di molti altri problemi egli amava discutere con il figlio, cui manifestava i propri pensieri e dal quale attendeva pareri e consigli.
In pari tempo il carteggio aiuta a seguire il percorso di Giovanni Battista Montini – dall’infanzia alla consacrazione sacerdotale, dagli studi all’opera svolta fra gli studenti della FUCI e i Laureati Cattolici, dal servizio diplomatico all’attività in Segreteria di Stato – negli anni in cui le strade della vita nazionale si incrociavano con quelle del fascismo. La scelta sacerdotale non impedì a mons. Montini di maturare un’acuta sensibilità per le tematiche culturali, civili e politiche. È interessante notare come egli abbia cercato di trasmettere questa sensibilità anche ai suoi giovani fucini attraverso una delicata e intelligente opera educativa.
La corrispondenza, nel suo insieme, consente di registrare la fitta rete di relazioni che i due protagonisti vennero intessendo in famiglia (in particolare con i più stretti parenti Giuditta Alghisi, Lodovico e Francesco Montini) e nei diversi ambienti che ebbero modo di frequentare. Dalle lettere emerge così una ricca e animata galleria di persone, da p. Paolo Caresana a p. Giulio Bevilacqua, da Luigi Bazoli a Luigi Sturzo, da Guido Gonella ad Alcide De Gasperi. L’Introduzione di Luciano Pazzaglia, mentre aiuta a ricostruire questa rete di rapporti nel più ampio quadro sociale e politico, mette via via in luce la profondità umana e spirituale di Giorgio e del figlio don Battista, sempre in intimo e fiducioso colloquio con Dio.