Paul VI and the Church in Africa. Paul VI et l’Église en Afrique. Nairobi (Kenya), 1st-2nd August 2012

Il volume pubblica gli atti del Convegno internazionale di studio sul tema Paul VI and the Church in Africa, svoltosi a Nairobi (Kenya) l’1 e 2 agosto 2012 e promosso dall’Istituto Paolo VI di Brescia e dalla Catholic University of Eastern Africa (CUEA). Le relazioni, pronunciate in lingua inglese o francese, hanno evidenziato come l’identità dell’episcopato africano e delle Chiese locali abbiano trovato radicamento e forza innovatrice nel carisma di Paolo VI, che fu il primo Papa a recarsi in Africa, compiendo un viaggio apostolico in Uganda per rendere omaggio ai martiri ugandesi (31 luglio-2 agosto 1969). Il giorno del suo arrivo a Kampala egli pronunciò un memorabile discorso ai Vescovi, nel quale esortò gli africani a farsi essi stessi missionari.
Il Convegno ha analizzato lo sviluppo della Chiesa in Africa, il criterio della nomina dei Vescovi, l’articolarsi delle iniziative pastorali promosse dal Simposio delle Conferenze Episcopali, i contenuti dei Sinodi sull’Africa e dei documenti pontifici Africae terrarum (Paolo VI), Ecclesia in Africa (Giovanni Paolo II) e Africae Munus (Benedetto XV). Secondo Paolo VI, in particolare, la missione deve sostenere e accompagnare una fede crescente, dare importanza ad un’educazione religiosa e umana, essere considerata come un reciproco scambio di ricchezza spirituale. La sfida emergente è quella educativa, accanto a quella della giustizia e di una saggia amministrazione del bene pubblico, a partire da un’equa distribuzione delle ricchezze.
La costruzione di un cristianesimo africano deve partire dalla considerazione della questione del soggetto dell’inculturazione della fede e della sua metodologia. L’evangelizzazione non può prescindere dall’attenzione alle culture africane. Il cammino della Chiesa africana, dunque, è ancora molto lungo: questioni sociali, economiche, politiche e religiose esigono a livello continentale un rinnovato impegno per la causa dell’evangelizzazione, ma l’auspicio resta quello che il continente africano possa diventare un polmone spirituale per l’intera Chiesa cattolica, superando l’autocommiserazione per valorizzare le grandi risorse di storia e di umanità di cui l’Africa è ricca.