La morte di Papa Benedetto XVI. CI HA INCORAGGIATO E INDICATO LA VIA

Il 13 marzo 2007 papa Benedetto XVI incontrava in Vaticano una delegazione dell’Istituto Paolo VI di Brescia. Il discorso rivolto ai presenti in quella circostanza rivela un tono singolarmente personale e quasi confidenziale, se paragonato ad altri discorsi di carattere più ufficiale. Il papa affermava infatti di sentirsi profondamente legato a Paolo VI «per la fiducia che ebbe a mostrarmi nominandomi Arcivescovo di Monaco di Baviera e, tre mesi dopo, annoverandomi nel Collegio Cardinalizio». Nel medesimo discorso ricorda l’impressione che su di lui, giovane perito conciliare, fece il discorso con cui il 29 settembre 1963 Paolo VI apriva i lavori del secondo periodo del Vaticano II. «Cristo nostro principio – proclamò con intimo trasporto Paolo VI –, Cristo nostra via e nostra guida! Cristo nostra speranza e nostro termine… Nessun’altra luce si libri in questa adunanza, che non sia Cristo, luce del mondo; nessun’altra verità interessi gli animi nostri, che non siano le parole del Signore, umico nostro Maestro; nessun’altra aspirazione ci guidi, che non sia il desiderio di essere a Lui assolutamente fedeli».
Il pontificato di Paolo VI, per il suo successore, si caratterizza per «l’ardore missionario che lo animò e che lo spinse ad intraprendere impegnativi viaggi apostolici anche verso nazioni lontane» e per i «gesti profetici di alta valenza ecclesiale, missionaria ed ecumenica». Tra questi un particolare rilievo spetta al pellegrinaggio in Terra Santa, compiuto mentre era in corso il Concilio. Con tale gesto egli «indicò alla Chiesa che la via della sua missione è di ricalcare le orme di Cristo» e questo è stato «quanto il Papa Paolo VI cercò di fare nel corso del suo ministero petrino».
Questo legame con Paolo VI spiega perché, fin dalle origini dell’Istituto Paolo VI nel 1979, l’allora cardinale di Monaco di Baviera Joseph Ratzinger sia stato chiamato a far parte del Comitato promotore dell’Istituto e abbia accettato di entrarvi. Aveva accettato anche di presiedere il primo Colloquio Internazionale di Studio dell’Istituto Paolo VI, organizzato a Roma nel 1980 e dedicato all’enciclica Ecclesiam suam, anche se la coincidenza con l’assemblea del Sinodo dei Vescovi gliel’ha poi impedito.
La visita di Papa Benedetto XVI a Concesio l’8 novembre 2009 per l’inaugurazione della nuova sede dell’Istituto Paolo VI rappresenta senza dubbio la conferma di questo legame e la sua espressione più significativa. Accolto dal presidente dell’Istituto Giuseppe Camadini e dal vescovo di Brescia mons. Luciano Monari, il papa ha sostato nella Casa Natale di Giovanni Battista Montini, ha visitato la sede dell’istituto Paolo VI, così come la Collezione di Arte contemporanea che si è costituita a partire dal lascito di mons. Pasquale Macchi. Al termine della visita, nell’Auditorium è avvenuta la consegna del Premio Paolo VI alla Collana Sources Chrétiennes.
Il discorso rivolto da Benedetto XVI ai presenti ha ripercorso l’itinerario intellettuale di Giovanni Battista Montini sul tema dell’educazione, che è stata una presenza costante nella riflessione montiniana e rimane attuale anche per affrontare l’emergenza educativa. «Oggi, come allora – sottolineava Benedetto XVI – emerge nelle nuove generazioni una ineludibile domanda di significato, una ricerca di rapporti umani autentici. Diceva Paolo VI: “L’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o se ascolta i maestri lo fa perché sono dei testimoni”. Maestro di vita e coraggioso testimone di speranza è stato questo mio venerato Predecessore, non sempre capito, anzi più di qualche avversato e isolato da movimenti culturali allora dominanti. Ma, solido anche se fragile fisicamente, ha condotto senza tentennamenti la Chiesa; non ha perso mai la fiducia nei giovani, rinnovando loro, e non solo a loro, l’invito a fidarsi di Cristo e a seguirlo sulla strada del Vangelo».
All’Istituto Paolo VI papa Benedetto XVI ha consegnato un compito e un incoraggiamento «a porre sempre più in luce la personalità e la dottrina di questo grande Pontefice, non tanto dal punto di vista agiografico e celebrativo, quanto piuttosto nel segno della ricerca scientifica, per offrire un apporto alla conoscenza della verità e alla comprensione della storia della Chiesa e dei Pontefici del secolo XX».

Don Angelo Maffeis – Presidente dell’Istituto Paolo VI