Il premio internazionale Paolo VI

L’ambito riconoscimento, giunto alla sesta edizione, nel corso degli anni è attribuito dall’Istituto Paolo VI

Sorto all’indomani della morte di papa Montini per iniziativa dell’Opera per l’educazione cristiana di Brescia, l’Istituto Paolo VI è un Centro di studi e di documentazione sulla figura, l’opera e il magistero di Giovanni Battista Montini-Paolo VI. Le sue finalità contemplano la creazione di una biblioteca specializzata (attualmente di oltre trenta mila volumi), di un archivio, l’avvio di incontri di studio e di pubblicazioni tematiche e l’istituzione del “Premio Internazionale Paolo VI”. In ossequio alla memoria di Paolo VI, infatti, che sentì profondamente le inquietudini e le speranze dell’uomo, sforzandosi di conoscerne e di comprenderne le esperienze per ricondurle al confronto illuminante e risolutore con il messaggio cristiano, il Premio intende fondere in unità la dimensione religiosa e quella culturale. Nel corso degli anni il Comitato Scientifico e il Comitato Esecutivo dell’Istituto Paolo VI hanno deliberato di assegnarlo per sei volte ad ambiti disciplinari differenti, rinoscendo così il contributo di assoluta eccellenza dato da persone e istituzioni nei rispettivi campi di azione.

Allo svizzero von Balthasar il premio per la teologia
La prima attribuzione del Premio è avvenuta nel 1984 ed è andata al Prof. Hans Urs von Balthasar per gli studi teologici; a consegnarlo è stato personalmente il Santo Padre Giovanni Paolo II nel corso di un’udienza speciale in Vaticano il 23 giugno dello stesso anno. Nella motivazione si legge: “La vastità e la profondità della cultura, la multilateralità e l’ampiezza della sua opera, l’originalità e l’audacia delle sue concezioni hanno oggettivamente meritato al teologo svizzero Hans Urs von Balthasar un ruolo di preminente rilievo nell’ambito delle figure dominanti nella teologia di questo secolo. Già indiscutibilmente apprezzato per il suo intrinseco valore, il pensiero di von Balthasar è certo destinato a diventare un ‘classico’ della tradizione teologica, e della nuova sistematica cattolica in modo particolare. Egli è di fatto l’unico teologo cattolico contemporaneo di rilievo che abbia osato – da solo – la formidabile impresa di una ‘summa’ teologica”.

 

Al maestro Olivier Messiaen il premio per la musica
La seconda edizione del Premio è stata indetta nel 1988 nell’ambito dell’espressione musicale ed è stata conferita al compositore francese Olivier Messiaen. Nella motivazione così se ne indicavano i meriti: “La complessa personalità artistica di Olivier Messiaen e la multiformità della sua opera musicale traggono fondamento e ispirazione da un’intensa sensibilità religiosa coniugata ad un profondo amore per la natura, della quale egli sa cogliere la musicalità con particolare finezza e capacità di ascolto. Lo stesso maestro afferma di ritenere una fortuna l’essere credente e di aver subito fin dall’infanzia il fascino dei testi sacri, mentre dichiara che per lui l’unica autentica musica è sempre esistita nelle voci e nei suoni della natura”. Il Premio è stato rimesso nelle mani del maestro Messiaen il 28 marzo 1989, nel corso di una solenne cerimonia nella cattedrale di Notre-Dame a Parigi, dal cardinale arcivescovo Jean-Marie Lustiger.

 

Al teologo luterano Cullmann il premio per l’ecumenismo
La terza edizione del Premio è stata indetta nel 1993 nell’ambito dell’ecumenismo ed è stata assegnata al luterano Oscar Cullmann. Il Premio è stato consegnato il 2 aprile 1993 a Milano dal cardinale arcivescovo Carlo Maria Martini nel corso di una suggestiva cerimonia. In Cullmann, come si dice nella motivazione, l’Istituto Paolo VI “intende onorare un eminente testimone di quell’ecumenismo della verità, che si fonda sulla Parola di Dio e sulla fede nell’azione dello Spirito Santo”, senza trascurare la grande amicizia che lo univa a Giovanni Battista Montini. “Questa amicizia è per se stessa una luce sulla via dell’ecumenismo, perché l’amicizia che unisce i discepoli di Cristo è come un’anticipazione del giorno benedetto in cui, con la grazia di Dio, sarà realizzata la piena unità dei cristiani”.

 

Al canadese Jean Vanier il premio per i diritti umani e lo sviluppo dei popoli
La quarta edizione del Premio, indetta nell’ambito dei diritti umani e dello sviluppo dei popoli, è stata conferita nel 1997 al canadese Jean Vanier, fondatore delle Comunità dell’Arche e del movimento “Foi et Lumière”, per la sua esperienza di studio e di condivisione della sofferenza, in totale e operosa solidarietà con persone con handicap mentale. Il Premio è stato consegnato il 19 giugno 1997 nel corso di una solenne cerimonia in Vaticano, presieduta dal Santo Padre Giovanni Paolo II. Nella motivazione per il conferimento del Premio a Vanier la sua esperienza è definita: “Consapevole, pacifica, rivoluzionaria testimonianza evangelica; coerente attuazione di un umanesimo cristiano”.

 

A pensatore Paul Ricoeur il premio per la filosofia
La quinta edizione del Premio, assegnata nell’ambito degli studi filosofici, è stata attribuita nel 2003 al Prof. Paul Ricoeur, il quale – si legge nella motivazione – “è riconosciuto come uno dei più importanti filosofi del nostro tempo. La sua ricchissima produzione è testimonianza di un pensatore sempre attento alle tendenze più significative della cultura contemporanea”. Questa scelta ha voluto onorare, oltre il grande filosofo del linguaggio, “un uomo di fede impegnato” e il suo peculiare “contributo, di confessione riformata, al dialogo ecumenico”. Il Premio è stato consegnato il 5 luglio 2003 da Sua Santità Giovanni Paolo II durante una solenne cerimonia in Vaticano.

 

Alla collana “Sources Chrétiennes” il premio per l’educazione
La sesta edizione, indetta nel 2009 per l’ambito educativo, è stata assegnata alla collana di fonti patristiche “Sources Chrétiennes” edita dalla casa editrice parigina Cerf. Il Premio è stato conferito in una solenne cerimonia da Sua Santità Benedetto XVI – lui stesso grande estimatore di questa impresa editoriale – al direttore della Collezione Bernard Meunier, in occasione della sua visita a Concesio per l’inaugurazione della nuova sede dell’Istituto Paolo VI. La coraggiosa impresa editoriale, avviata nel 1942 da Henri De Lubac e Jean Daniélou, come recita la motivazione, ha assunto “un importante significato culturale, oltre che teologico ed ecclesiale”, perché favorisce la “ricerca storica documentando momenti essenziali dello sviluppo del pensiero e contribuisce a illuminare l’incontro fecondo realizzato tra il messaggio cristiano e la cultura antica”. Gli scritti dei padri e degli autori medievali sono dunque proposti ai credenti desiderosi di una spiritualità dalle solide radici teologiche e inserita organicamente nella visione cattolica del mondo.

 

A Sergio Mattarella Presidente della Repubblica italiana

La settima edizione, indetta nel 2023, ha avuto luogo nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano. Il Santo Padre Francesco ha conferito al Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella il Premio Internazionale Paolo VI il 29 maggio 2023, nella ricorrenza del 60° anniversario dell’elezione di Papa Montini alla Sede di Pietro. Con il premio attribuito a Sergio Mattarella l’Istituto Paolo VI intende esprimere il suo apprezzamento per una vita dedicata al servizio del bene comune, in un impegno politico ispirato ai valori cristiani e, insieme, rigoroso nel servizio delle istituzioni civili. In Sergio Mattarella è inoltre possibile riconoscere l’erede di una grande tradizione di politici cattolici che hanno pensato e contribuito a realizzare l’Unione Europea come spazio di convivenza pacifica e democratica tra i popoli.  

Premio interazionale – 2009 – Sources Créthiennes

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Premio internazionale – 2003 – Paul Ricoeur

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Premio internazionale – 1997 – Jean Vanier

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Premio internazionale – 1993 – Oscar Cullmann

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Premio internazionale – 1988 – Olivier Messiaen

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Premio internazionale – 1984 – Hans Urs von Balthasar

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